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Il packaging prolunga la vita dei prodotti e già per questo è sostenibile: i cibi freschi come i latticini o la carne, infatti, durano dai 10 ai 25 giorni di più se sono confezionati. Le confezioni evitano che il cibo vada a male prematuramente e, così, che venga sprecato. Tuttavia, prodotti differenti necessitano anche di packaging differenti.
La confezione perfetta dovrebbe derivare da materiale riciclato, come carta o plastica riciclata. Oppure, a seconda dei casi, da risorse rinnovabili, come i vegetali, ancora meglio se scarti, come quelli derivanti dalla produzione alimentare.
In alcuni casi le confezioni devono avere specifiche caratteristiche che non sempre riescono a essere mantenute con soluzioni sostenibili, ad esempio essere perfettamente trasparente o avere determinati colori. La sua estetica è molto importante per i consumatori, dunque prima di mettere in atto cambiamenti, è necessario capire come reagirà il pubblico. Inoltre, per essere introdotto in toto, il packaging sostenibile richiede di ristrutturare il processo di produzione con costi e tempistiche significative.
I materiali provenienti dal riciclo di buona qualità sono disponibili in piccole quantità. In più il processo industriale deve essere adattato in base ai materiali riciclati. In questa fase le aziende devono stabilire quali requisiti siano assolutamente necessari e quali possano essere scartati o cambiati.
Oltre a quello che ho detto poco fa – estetica, qualità… - bisogna considerare che il materiale riciclato è più costoso. Già… ad esempio non tutti sanno che i prezzi della plastica vergine, che deriva dai combustibili fossili, di solito sono più bassi.
Alcune aziende sono già impegnate a riguardo, ma esistono anche diverse normative dell’Unione Europea sull’utilizzo di materiali provenienti dal riciclo. Ad esempio, entro il 2025 tutte le bottiglie in PET dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata. Tuttavia mi sembra difficile poter arrivare al 100% di materiale proveniente dal riciclo perché alcuni materiali presenti nel ciclo vengono scartati per motivi diversi. Mi riferisco ad esempio alla scarsa qualità, data dalla presenza di residui di cibo o prodotto che non si riescono a rimuovere o dalla compresenza di materiali diversi difficilmente separabili. Dobbiamo migliorare ancora il processo di raccolta, portarlo dove non c’è e usare il più possibile materiali facilmente riciclabili.
Questo dipende dall’utilizzo a cui sono destinate. Le foglie di banano potrebbero andare bene per i prodotti alimentari locali. Al momento si sta facendo ricerca sulle macroalghe, che sarebbero biodegradabili e addirittura commestibili, ma comportano ancora diverse difficoltà per essere usate come confezioni perché hanno un alto contenuto di acqua e durano poco. Di base, la funzione di barriera da umidità e ossigeno è un indicatore importante che, tra gli altri, influenza la conservazione del cibo.
Markus Hiebel, responsabile del dipartimento Sostenibilità e Gestione delle Risorse presso l’istituto Fraunhofer per l’Ambiente, la Sicurezza e le Tecnologie Energetiche (UMSICHT)