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Stop ai rifiuti in plastica che sporcano le spiagge e i mari: con la direttiva sulle plastiche monouso (SUP – Single Use Products), dallo scorso 3 luglio la Commissione Europea ha messo al bando una serie di prodotti usa-e-getta tra cui bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, ma anche tazze, contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso e altri oggetti in plastica oxo-degradabile.
L’obiettivo del divieto è quello di ridurre la quantità di rifiuti in plastica e diminuirne l’incidenza sull’ambiente, proteggendo in particolare gli ecosistemi fluviali e marini. In Europa, infatti, dall’80 all’85% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge sono di plastica: di questi, gli oggetti monouso rappresentano il 50%. Secondo Bruxelles, la norma contribuirà ad evitare 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (1).
La direttiva SUP lancia un forte richiamo ai consumatori facendo cambiare le loro abitudini, ma rappresenta anche una sfida all’industria che deve trovare soluzioni alternative alla plastica.
Fra i prodotti usa-e-getta inclusi nella direttiva SUP ci sono le cannucce in plastica per bibite e bevande: in Italia se ne usano circa 2 miliardi ogni anno, in Europa le stime parlano di oltre 36 miliardi di pezzi, che salgono a 400 miliardi a livello mondiale. Numeri importanti, soprattutto se pensiamo che una cannuccia di plastica dispersa nell’ambiente impiega quasi 500 anni per degradarsi completamente.
Quello delle cannucce è un mercato enorme e in continua evoluzione, alla ricerca di materiali e tecnologie sempre più performanti. Di fronte all’obbligo di abbandonare la plastica, diversi produttori si sono rivolti a Henkel per sviluppare un adesivo in grado di realizzare cannucce in carta di qualità e sicure per il consumatore, assicurando le stesse prestazioni di quelle tradizionali con il vantaggio di essere sostenibili non contenendo plastiche.
Il progetto è partito negli Stati Uniti e in Cina, dove si concentrano i produttori più grandi, per poi approdare nel 2018 a Zingonia (Bergamo), punto di riferimento in Europa per gli adesivi Henkel a base acqua.
Il sito di Zingonia ha competenze specifiche in questa particolare tipologia di adesivi, le cui formulazioni sono basate su diversi polimeri dispersi in acqua e si distinguono per le ottime prestazioni e l’elevata sostenibilità. Tra le applicazioni principali c’è proprio il packaging per il settore alimentare, per il quale lo stabilimento Henkel ha ottenuto già da diversi anni certificazioni ad hoc.
“Abbiamo una conoscenza davvero vasta degli adesivi a base acqua e siamo l’unico sito Henkel ad avere sia lo sviluppo prodotto, sia la produzione”, racconta Marco Granelli, responsabile del laboratorio di Product Development di Zingonia. “Realizzare delle cannucce in carta può sembrare facile, in realtà ci sono una serie di complessità che occorre tenere in considerazione perché il prodotto finito sia performante, sicuro e sostenibile, rispettando la normativa e i criteri di qualità dei committenti, che spesso sono più elevati di quelli richiesti dalla legge”.
La cannuccia consiste in un tubetto spiralato di 3 o 4 fogli di carta bianca o colorata. Per trovare l’adesivo giusto che possa tenerli insieme bisogna sapere che nei diversi Paesi sono disponibili materie prime diverse e non esiste un’unica normativa internazionale per la loro realizzazione: si tratta dunque di studiare e adeguare le formule, trovando quella giusta per ciascun contesto. “In Europa le regole sono particolarmente severe”, aggiunge Granelli.
Sin dall’inizio del progetto, al team di Zingonia è stato chiaro che si trattava di un’applicazione del tutto nuova. “Esistevano già sul mercato delle cannucce di carta, ma i clienti ci hanno chiesto di trovare molto rapidamente una soluzione in vista dell’entrata in vigore della direttiva SUP, dandoci dei requisiti tecnici che definirei impegnativi”, continua Marco Granelli.
Per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti e sviluppare un prodotto all’altezza degli standard indicati è stato necessario un intenso lavoro di squadra, facendo tesoro dell’esperienza maturata in USA e Asia. “Abbiamo creato una tecnologia che prima non esisteva, che oggi proponiamo con il marchio AQUENCE ST”.
I test effettuati in Inghilterra, Irlanda e Francia, dove si trovano i principali produttori europei di cannucce, hanno dato riscontri molti positivi, ma Henkel non si ferma e negli Stati Uniti sta già lavorando a un prodotto ancora più performante. Se le cannucce di carta rappresentano un importante passo in avanti nella direzione dell’economia circolare, Granelli non ha dubbi sul prossimo obiettivo da raggiungere: “Contribuire alla realizzazione di un prodotto finito interamente compostabile, una sfida che richiede la collaborazione di diversi partner e l’attivazione di competenze interfunzionali”.
Quanti e quali test devono superare gli adesivi per le cannucce di carta?
Dobbiamo prevedere diversi tipi di test, cominciando dalla valutazione dell’adesione per controllare che l’incollaggio degli strati sia ottimale. Devono essere eseguiti dei test di simulazione per quanto riguarda l’impianto che dovrà realizzare il prodotto finito, poi delle prestazioni che la cannuccia deve garantire. Chi vorrebbe una cannuccia che si scioglie nel bicchiere dopo pochi minuti? Dobbiamo lavorare su tutte le possibili situazioni d’uso, ad esempio con bevande fredde e calde, liquidi particolarmente acidi e un’immersione prolungata. Non da ultimo, vanno eseguiti dei test analitici, tanto sull’adesivo quanto sul prodotto finito, per scongiurare qualsiasi contaminazione che potrebbe alterare le caratteristiche organolettiche della bevanda o, ancor peggio, mettere a rischio la salute delle persone. È un percorso complesso, ma assolutamente necessario.
Quali sono le principali sfide da affrontare per sviluppare adesivi industriali sempre più sostenibili?
L’impegno di Henkel è quello di realizzare degli adesivi che non solo siano sostenibili in sé, ma contribuiscano a rendere più sostenibili i prodotti dei clienti che li impiegheranno nei loro processi industriali. Per fare questo dobbiamo continuare a sperimentare nuovi polimeri e nuovi materiali, innovare le formule e misurarci con applicazioni diverse. Nel mio settore specifico, che è quello degli adesivi per il packaging, uno dei problemi più interessanti con cui ci stiamo confrontando è quello degli imballaggi multistrato e multimateriale: stiamo lavorando a tecnologie che tengano insieme i diversi materiali (carta, plastica, alluminio), ma permettano anche di separarli facilmente perché siano avviati ai rispettivi sistemi di riciclo. Collaborare con chi realizza materiali e polimeri è fondamentale, allo stesso tempo vogliamo dialogare con gli enti di certificazione e gli esperti di trattamento e recupero dei rifiuti, trovando insieme delle soluzioni innovative.
(1) “Plastica monouso: nuove norme UE per ridurre i rifiuti marini”, 28 maggio 2018
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