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La famiglia italiana tende a proporre modelli e schemi di comportamento che confermano – se non addirittura rafforzano – gli stereotipi di genere. A scattare la fotografia è la ricerca sull’evoluzione dei ruoli in famiglia realizzata dall’istituto Eumetra su 2.000 membri della community DonnaD, Amica Fidata, i cui risultati sono stati presentati lo scorso 1° dicembre durante l’evento “Family Gap: questioni domestiche, questioni di genere?”, organizzato da Henkel all’interno della maratona 4Weeks4Inclusion per l’inclusione e la valorizzazione delle diversità.
Dall’indagine emerge innanzitutto una famiglia prevalentemente tradizionale: l’87% dei rispondenti ha dichiarato di convivere con un partner di sesso opposto e il 67% di avere figli. Il quadro non sembra destinato a mutare nel prossimo futuro, considerato che i Millennials (nati tra il 1985 e il 1994) tra dieci anni si vedono sposati (76%) e con figli (78%). Qualcosa potrebbe cambiare con la Generazione Z (nati tra il 1995 e il 2010), che al momento fa fatica a immaginarsi come famiglia.
Rispetto alle incombenze domestiche, la ricerca sottolinea come il carico della gestione della casa sia ancora in larga parte sulle spalle delle donne, così come la cura dei figli. E’, ad esempio, il 66% delle mamme a preoccuparsi dei compiti scolastici e il 75% a parlare periodicamente con gli insegnanti. Si delinea una vera e propria “ipocrisia al maschile”: gli uomini sono ben consapevoli del loro esiguo contributo alle faccende di casa, ma sono anche poco disponibili e cambiare atteggiamento. Da parte loro, le donne gradirebbero maggior aiuto, ma sono poco o per nulla inclini alla delega.
“Da secoli le donne si occupano della casa e dei figli. Chi non ha la possibilità economica di allontanarsene, continua a concepire la casa come l’unico luogo in cui esprimere un potere, un’autorità che all’esterno delle mura domestiche è preclusa”, ha sottolineato Michela Murgia, scrittrice, drammaturga e attivista. “Solo fornendo giuste opportunità e strumenti per permettere alle donne di affermarsi anche fuori casa, sarà possibile sostenere una reale decostruzione dei ruoli”.
Il percorso verso la decostruzione dei ruoli non può prescindere da quello che si mostra ai figli. Come già evidenziato dallo studio condotto nel 2021 dall’Osservatorio sulle tendenze giovanili (1), gli stereotipi di genere vengono interiorizzati nei primi anni di vita quando, osservando ciò che accade in casa, bambine e bambini imparano ad associare il primato dell’uomo alla carriera e al successo sul lavoro, e quello della donna alla cura e all’assistenza familiare. Una rappresentazione rigida, che può essere scardinata solo nella concretezza dell’esperienza quotidiana.
“Siamo una famiglia arcobaleno ma delle più tradizionali, anche se non ci piacciono le etichette”, hanno raccontato Carlo Tumino e Christian De Florio, digital creator e autori di Papà per scelta. “Tra noi non ci sono ruoli che corrispondano all’identità di genere, ma una divisione dei compiti basata su desideri, interessi, condivisione e aiuto reciproco per mantenere rispetto, serenità e stabilità. È ciò che stiamo insegnando anche ai nostri figli”.
In Italia, una donna su tre non possiede una fonte di reddito personale. Tra chi ha risorse proprie, soltanto il 26% ha autonomia decisionale in famiglia, mentre il 79% tende a condividere le scelte con il partner: lo studio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Banca Widiba (2) trova perfetta eco nell’indagine di Eumetra per Henkel, che mostra l’accentuata rigidità dei ruoli in famiglia quando si tratta di decisioni come l’acquisto di un’auto o una seconda casa, l’accensione di un mutuo, la gestione di risparmi e utenze. A guidare è infatti l’uomo, che nel 66% dei casi condivide tali scelte con la compagna vs. il 76% delle donne, uno scarto di ben 10 punti che mette in luce quanto queste competenze siano ancora percepite come maschili.
Il primo ostacolo al maggiore coinvolgimento delle donne nella gestione finanziaria sta nell’aver reso il denaro un vero e proprio argomento tabù, creando un circolo vizioso per cui le donne tendono a essere sempre più lontane e meno informate rispetto agli uomini.
L’educazione finanziaria è dunque fondamentale, ha sottolineato la giornalista, conduttrice radio e tv Claudia De Lillo: “Parlare di soldi, per le donne, ha sempre rappresentato quasi una volgarità. Oggi è più che mai fondamentale uscire da questa mentalità e fornire alle donne gli strumenti necessari per comprendere l’economia e la finanza, dando così loro modo di autodeterminarsi ed essere libere”.
Il 57% delle donne intervistate da Eumetra ha un impiego full time e, tra queste, il 47% si sente apprezzata sul lavoro. La retribuzione non è però soddisfacente: solo il 4% la considera alta (lo pensa invece il 10% degli uomini con un’occupazione a tempo pieno) e solo il 37% la ritiene equa (vs. il 41% degli uomini). Infine, solo in una famiglia su tre il contributo portato da uomini e donne è il medesimo.
“Sento molto la responsabilità come manager di una grande azienda e come donna di contribuire al cambiamento”, ha sottolineato Mara Panajia, presidente e amministratore delegato di Henkel Italia. “Le aziende hanno un ruolo fondamentale nella promozione di una vera equità e in Henkel lavoriamo per offrire una visione che vada oltre il concetto di genere: aboliamo il divario salariale, offriamo a tutti le stesse opportunità di emergere e promuoviamo la diversità come fonte di vantaggio competitivo. La strada è ancora lunga e sono occasioni come questa che ci permettono di fare il punto di dove siamo e di dove stiamo andando”.
Proprio per mantenere alta l’attenzione su questi temi, l’indagine diventerà un osservatorio, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione dei ruoli nelle famiglie italiane e dare un contributo costruttivo al superamento del family gap.
Note:
(1) Osservatorio sulle tendenze giovanili, cogestito da Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps) e Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, aprile-maggio 2021
(2) Università Cattolica del Sacro Cuore e Banca Widiba, “Donne e denaro: una sfida per l’inclusione”, aprile 2022
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